Greta Cerretti

I ferri del mestiere - Le norme redazionali

Le norme redazionali sono quell’insieme di accorgimenti che ogni casa editrice applica ai testi che pubblica, per ottenere libri uniformi anche dal punto di vista grafico e stilistico. Si chiamano così perché ogni redazione ha le sue, rendendo difficile, se non addirittura impossibile, generalizzare. Ciò nonostante esistono regole basilari a cui più o meno tutti si attengono, regole che gli autori farebbero bene a tenere a mente quando inviano il proprio manoscritto agli editori. Proviamo a vederne qualcuna.

Le parole straniere

I termini stranieri vanno sempre in corsivo, tranne quelli entrati nell’uso comune, come per esempio okay, stop, film e via dicendo.

Gli accenti grafici

L’accento indica l’ampiezza delle vocali; quello GRAVE segnala le vocali aperte (andrà, farò), mentre quello ACUTO (perché, poiché) è presente sui suoni dal timbro chiuso. Se volete evitare che il vostro editor pianga lacrime di sangue, non usate MAI l’apostrofo al posto dell’accento.

Le maiuscole

Si usano le iniziali maiuscole nel caso di: nomi propri, istituzioni (Ministero degli Interni), nomi geografici (il fiume Po), termini che possono generare confusione (l’eterna lotta tra Stato e Chiesa MA NON la chiesa di San Giovanni)

Si usano le minuscole nei casi seguenti: patria, paese, nazione; nord, sud, est, ovest; orientale, occidentale; piazza, via; signore, signora, dottore…; nomi di nazionalità come italiani, francesi, romani…; organi individuali come sindaco, questore, prefetto, direttore.

Le virgolette

Sulle virgolette è guerra aperta. Personalmente prediligo le virgolette uncinate « … » per i dialoghi, da non confondere con gli orripilanti caporali << … >> ma sono accettate anche le virgolette alte, o apici doppi “…”. Io le virgolette alte le tengo per le citazioni.

Importante sottolineare che tra le virgolette e le parole che seguono/precedono non devono essere lasciati spazi.

La punteggiatura

Sempre e solo un simbolo (Vieni qui! Ma cosa dici? Sei matto?), tranne nel caso dei puntini sospensivi che devono essere sempre tre, senza spazio a precederli ma con lo spazio a seguire (Mi dispiace… starò più attento)

La punteggiatura nei dialoghi

Altro nodo difficile da sciogliere: dentro o fuori dalle virgolette? La parola chiave è uniformità, ossia adottare sempre lo stesso criterio. Per logica, se i segni d’interpunzione come il punto interrogativo o quello esclamativo vengono messi all’interno delle virgolette, anche il punto fermo dovrebbe seguire lo stesso destino.

«Ciao Luca, come stai?»

«Bene, Marco.»

Il problema si pone nel momento in cui al discorso diretto viene fatto seguire un inciso:
«Ciao Luca, come stai?»

«Bene, Marco.» rispose con un gran sorriso.

Ma se dopo l’inciso il personaggio seguita a parlare, non va messo il punto:
«Ciao Luca, come stai?»

«Bene, Marco» rispose con un gran sorriso «e tu?» 

I numeri

I numeri vanno sempre scritti in lettere (mancano venti minuti all’inizio della partita). Fanno eccezione gli anni e le date precise (mi sono sposato il 5 giugno del 2012). Le ore è preferibile scriverle nel formato da dodici ore (sono arrivato alle otto di sera anziché sono arrivato alle venti.)

Le abbreviazioni

LE ABBREVIAZIONI

Fuggitele come la peste. SEMPRE.

Articolo di Greta

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